Medicina di prossimità post Covid: come cambia l’approccio alla sanità

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L’emergenza sanitaria scaturita dalla diffusione della pandemia da Covid-19, ancora nel vivo, ha mutato notevolmente gli approcci del Sistema Sanitario Nazionale, sottolineandone delle criticità. È stato necessario, quindi, virare verso un nuovo sistema assistenziale, che non fosse “ospedalocentrico” ma portasse delle innovazioni e risposte immediate alle esigenze dei pazienti. Degli esempi sono, sicuramente, l’assistenza domiciliare e l’incentivazione della medicina territoriale. Ecco perché oggi parliamo di medicina di prossimità post Covid che ci fa intendere come la sanità sia cambiata e si stia evolvendo.

Infatti, in seguito al sopraggiungere della pandemia, c’è stata una vera e propria riorganizzazione dei servizi sanitari a livello territoriale che hanno comprovato dei bisogni di assistenza diversi rispetto al passato. Ad oggi, la medicina di prossimità ha un ruolo centrale poiché coinvolge molte istituzioni territoriali e associazioni di volontariato locale in soccorso dei più fragili e atte alla promozione di una prevenzione mirata. Una modalità utile affinché siano le cure ad arrivare dal paziente e si limitino gli spostamenti verso qualsiasi presidio sanitario, dal pubblico al privato.

D’altronde, il potenziamento e la riqualificazione della medicina del territorio, grazie anche all’introduzione di nuove tecniche e della telemedicina, viene inserito in maniera tutt’altro che marginale all’interno del PNRR (Piano Nazionale di ripresa e resilienza).

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Il ruolo della medicina territoriale e le iniziative all’interno del PNRR

I mesi di lockdown hanno fatto emergere la necessità di potenziare la medicina di prossimità. Infatti, la difficoltà a spostarsi e la distanza in molti casi dai presidi sanitari, ha reso urgente un intervento per venire incontro alle esigenze della popolazione. Secondo un’analisi effettuata all’interno del progetto Strategia Nazionale per le Aree Interne, almeno il 22% della popolazione italiana si trova all’interno di comuni distanti oltre 20 minuti dai servizi essenziali. Questo ha lanciato l’allarme per puntare ad offrire nuovi modelli di medicina territoriale, complementari ai servizi offerti dalla rete ospedaliera e tenendo conto di garantire un livello alto di qualità per i cittadini

Su queste direttive si muove anche il nuovo PNRR, in cui si parla di una vera e propria “Missione Salute” che definisce lo stanziamento di investimenti e riforme per regolare i servizi sanitari a livello territoriale. In particolare, l’obiettivo è incentivare le reti di prossimità e l’uso della telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, integrando anche l’assistenza domiciliare. Le risorse complessivamente destinate alla salute ammontano a 15,63 miliardi di euro. All’interno di questa somma è prevista una parte destinata all’innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, mentre l’altra parte è riservata al potenziamento delle reti di prossimità, strutture mediche e la telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale.

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Ambulatori mobili come aiuto per la medicina di prossimità post Covid

La medicina di prossimità post Covid ha assunto un ruolo centrale al fine di favorire la diffusione sul territorio delle cure per le principali patologie croniche. Soprattutto per coloro che hanno difficoltà a spostarsi come le persone anziane o malate. Nell’ottica della volontà, anche da parte dello Stato Italiano, di privilegiare gli interventi che favoriscono le cure delle persone presso il proprio domicilio, l’utilizzo di veicoli ambulatoriali risulta estremamente utile. Infatti, grazie a mezzi come gli ambulatori mobili, attrezzati per effettuare visite diagnostiche e screening preventivi, è possibile arrivare presso aree periferiche, disagiate o lontane dai presidi sanitari.

Molte Asl del territorio nazionale ed associazioni hanno optato per questa soluzione nelle proprie aree territoriali di competenza. Ciò ha permesso di ricevere cure adeguate anche a chi durante la pandemia era impossibilitato a muoversi dalla propria casa. Infatti, gli ambulatori mobili di CVS sono dotati di tutte le comodità a bordo e dispongono di strumentazioni diagnostiche all’avanguardia. Offrono la possibilità di effettuare anche trattamenti come la dialisi o altre prestazioni sanitarie per pazienti che hanno bisogno di cure particolari, con la stessa efficienza di un reparto ospedaliero. Si possono prestare servizi direttamente a domicilio, con un accesso facilitato anche per pazienti disabili.

La medicina di prossimità post Covid è un sevizio che va promosso e supportato al fine di accompagnare il lavoro dei professionisti all’interno degli ospedali e soddisfare i bisogni dei pazienti dai più ai meno fragili.

 

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