Il piano vaccinale in Italia è sicuramente un punto nodale nella lotta contro la diffusione del virus Covid-19. Le istituzioni e le aziende farmaceutiche si stanno impegnando sinergicamente per poter arrivare garantire ad ogni cittadino una dose di vaccino.
Ad oggi l’Italia ha stabilito un nuovo piano vaccinale, successivamente alle ultime decisioni prese dal Governo e messe per iscritto in un testo dove si usa come criterio primario, per la somministrazione del vaccino, la fascia d’età. Anche in precedenza la priorità era assegnata alle persone più anziane. Tuttavia, con le recenti modifiche, viene sottolineata l’importanza di vaccinare in primis i soggetti ritenuti “estremamente fragili”. Questi ultimi vengono identificati come persone affette da gravi disabilità e problemi fisici, oppure titolari delle Legge 104.
Il nuovo piano vaccinale, inoltre, prevede il via libera ad effettuare vaccinazioni direttamente sul luogo di lavoro, iniziando dalle grandi imprese. Mentre per le piccole imprese che non hanno il medico aziendale è consentita la vaccinazione presso gli ambulatori dell’Inail. Questo, facile intuirlo, proprio per velocizzare il percorso di vaccinazione di tutta la popolazione e aiutare il mondo del lavoro che ha sofferto particolarmente la pandemia.
Medesime priorità su tutto il territorio
La campagna vaccinale italiana ha lo scopo di sottoporre a vaccinazione quante più categorie possibili all’interno della popolazione in tempi rapidi. Garantire il corretto funzionamento dei servizi essenziali e proteggere la comunità dalla diffusione del Covid-19 è il tema principale sul tavolo delle istituzioni. Per queste motivazioni c’è bisogno di implementare la somministrazione delle dosi. Ad oggi risultano vaccinati gran parte del personale sanitario over 80, scolastico, militare e delle forze dell’ordine.
C’è una novità che ultimamente è stata introdotta e che riguarda il nuovo piano vaccini. Infatti, tutte le regioni italiane che fino ad ora non hanno adottato altri criteri di priorità, avranno l’obbligo di vaccinare dai più anziani ai più giovani. L’occhio di riguardo è sempre, però, verso le categorie estremamente fragili come i malati gravi o soggetti con disabilità.
Per questo motivo, in parallelo con le categorie precedentemente vaccinate, si procederà iniziando a somministrare vaccini dagli over 70. Ai quali si aggiungono gli “estremamente fragili” che presentano patologie gravi, tra cui malattie cardiologiche e respiratorie. In particolare, la tipologia di vaccino che verrà somministrata sarà quella dell’azienda Pfizer o Moderna.
Un’altra iniziativa, che sta prendendo piede e garantirebbe un maggior numero di vaccini, è ritardare la dose di richiamo. Ad esempio, oggi il vaccino AstraZeneca prevede una seconda somministrazione dopo dodici settimane dalla prima, anche se questa tempistica potrebbe allungarsi. Per quanto riguarda Pfizer BioNTech e Moderna, il richiamo è previsto dopo soli 21 giorni. Mentre il problema non si pone per il vaccino Johnson & Johnson appena approvato che richiede la somministrazione soltanto di una dose.
Capillarità: punto di forza del nuovo piano vaccinale
La capillarità sul territorio per distribuire in maniera omogenea le dosi di vaccino è sicuramente un fattore fondamentale per un piano efficiente.
Le nuove disposizioni prevedono almeno un centro vaccinale nei Comuni con più di 50 mila abitanti. Inoltre verranno dislocati nei centri nevralgici come: stazioni, parcheggi dei centri commerciali, piazze, palazzetti dello sport, stadi. Anche i militari sono coinvolti. Infatti è della Caserma Cecchignola il centro vaccinale più grande a Roma.
Il personale della Difesa, per raggiungere i centri isolati si sta attrezzando con i nuclei mobili vaccinali. In questo modo viene garantita la somministrazione anche a soggetti che hanno l’impossibilità di muoversi o sono troppo lontani dai punti in cui vi sono i centri vaccinali fisici.
Anche la protezione civile ha fatto sentire il proprio sostegno, allestendo postazioni ad hoc mobili di vaccinazione.
Ambulatori mobili e monoblocchi polivalenti per la campagna vaccinale
Affinché le dosi vengano somministrate in maniera omogenea su tutto il territorio, le aziende ospedaliere e le strutture sanitarie stanno facendo grandi sforzi organizzativi. In questo scenario, è importante evidenziare come una risorsa in più sia rappresentata dagli ambulatori mobili e postazioni temporanee che semplificano le attività di vaccinazione.
Un esempio lampante è l’ambulatorio mobile polidiagnostico di CVS adoperato dalla Fondazione Nuovo Ospedale Alba-Bra Onlus. Inizialmente il veicolo è stato utilizzato per somministrare tamponi rapidi antigenici in prossimità degli istituti scolastici. A causa della grave emergenza sanitaria e del bisogno incessante di vaccinare quante più persone possibili, il veicolo è attualmente disponibile sul territorio per aiutare ad ottimizzare la campagna vaccinale anti Covid-19. A tal proposito l’Asl Cn2 di Alba-Bra ha lanciato il progetto “Mercoledì vaccinale”. Un’iniziativa che prevede diverse tappe per il poliambulatorio mobile, in comuni periferici del territorio, per somministrare dosi di vaccino ai soggetti over 80 e per chi è soggetto a rischio dal proprio medico di base.
Oltre ai veicoli medicali, CVS mette a disposizione delle istituzioni e delle aziende sanitarie, degli speciali monoblocchi polivalenti, utili come ambulatori temporanei per la somministrazione dei vaccini. Queste strutture, infatti, possono essere facilmente spostate e trasportate per arrivare a coprire zone del territorio disagiate o lontane dai centri di riferimento. Gli allestimenti sono interamente personalizzabili e si prestano a qualsiasi evenienza.
Solo in questo modo e unendo le nostre forze riusciremo a debellare questo nemico invisibile che ha stravolto le nostre vite. CVS si pone sempre al fianco dei cittadini e delle istituzioni per fornire tutto l’aiuto necessario e servizi altamente efficienti.